L’anniversario

Spionaggio in Germania: una storia lunga e ricca di esempi

Cinquant’anni fa veniva arrestato a Bonn Günter Guillaume: braccio destro del cancelliere Willy Brandt, in realtà era un agente della Stasi - Oggi il fenomeno si ripete

  • 24 aprile, 11:44
  • 24 aprile, 11:45
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Günter Guillaume insieme alla moglie in una fotografia scattata a Düsseldorf nel 1975

Di: Stefano Grazioli

Le vicende spionistiche degli ultimi giorni in Germania, con diversi casi che hanno suscitato grande clamore perché hanno riguardato la politica e l’industria tedesca, obbiettivi delle operazioni e della disinformazione di Russia e Cina, non sono in realtà fulmini a ciel sereno, dato che ormai da tempo i servizi segreti tedeschi interni (Verfassungsschutz) ed esterni (Bundesnachrichtendienst) avevano lanciato l’allarme sulla questione. Se la cornice internazionale, con la competizione economica e i conflitti militari in aumento ovunque, ha accelerato in questi anni il fenomeno a ogni livello, la storia dello spionaggio è lunga e in Germania ricca di esempi. Il più clamoroso è quello che ha portato il 7 maggio del 1974 alle dimissioni del cancelliere socialdemocratico Willy Brandt. Esattamente 50 anni fa, il 24 aprile del 1974, veniva infatti arrestato a Bonn, allora capitale della Repubblica federale tedesca (BRD), Günter Guillaume, suo referente personale e in verità spia della Stasi, il Ministero per la sicurezza della Repubblica democratica tedesca (DDR).

Le spie di Pechino in Germania

Telegiornale 23.04.2024, 12:30

L’affaire Guillaume

Dal 1972 Guillaume era diventato il braccio destro di Brandt e sebbene il controspionaggio di Bonn avesse già qualche sospetto nel 1973, l’arresto giunse solo un anno più tardi. Famosa la sua frase di ammissione pronunciata il giorno in cui fu fermato ( “Sono un ufficiale dell’Esercito popolare nazionale della DDR e un impiegato del Ministero per la Sicurezza dello Stato (STASI). Vi chiedo di rispettare il mio onore come ufficiale”) che fece precipitare la Germania Ovest nel baratro politico, tanto appunto che il cancelliere si dovette dimettere un paio di settimane dopo, sostituito dal compagno di partito Helmut Schmidt.

La cornice dell’affaire Guillaume era quella della Ostpolitik di Brandt, destinata a sciogliere il ghiaccio sia con la DDR che con l’URSS. Tra le due Germanie era stato appena firmato il Trattato fondamentale e le dimissioni di Brandt avvennero cinque giorni dopo l’apertura della Rappresentanza permanente della Repubblica federale nella DDR. Secondo Markus Wolf, la “spia senza volto”, il capo dei servizi segreti stranieri della DDR, la caduta di Brandt non era mai stata voluta da Berlino Est e fu vista dalla STASI come un errore e una sconfitta: le vittorie per le spie si contano quando non si fanno scoprire e le missioni vanno silenziosamente a segno.

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Willy Brandt durante la testimonianza davanti a una commissione parlamentare d'inchiesta, il 20 settembre del 1974

  • Keystone

Gli spioni della Guerra Fredda

La lista dei casi spionaggio in Germania è comunque lunga e inizia ovviamente durante la Guerra Fredda. Il primo caso, e uno dei più eclatanti, è quello di Heinz Felfe, agente doppiogiochista al soldo dell‘Unione Sovietica. Già membro ai tempi di Hitler del Servizio di sicurezza del Reich, poi dell’Organizzazione Gehlen, i primi servizi segreti tedeschi del Dopoguerra creati in Germania in collaborazione con gli Stati Uniti reclutando anche esponenti nazisti, e infine del BND, il servizio di’intelligence per l’estero che esiste ancora oggi, Felfe per dieci anni, tra il 1951 e il 1961, passò informazioni al KGB. Alla fine delle sua carriera era arrivato a dirigere il dipartimento del controspionaggio del BND contro l’URSS e nel 1963 fu condannato a 14 anni di carcere, per essere scambiato nel 1969 con presunte spie di Mosca.

Più tardi, dopo la vicenda Guillaume, e quando le due Germanie si stavano per riunificare, il caso che scoppiò fu quello di Gabriele Gast, alta funzionaria del BND, in realtà per vent’anni spiona della STASI, ingaggiata dai servizi della DDR nel 1968 e scoperta solo nel 1990 dopo il crollo del Muro di Berlino. Nel 1993 finì dietro sbarre Rainer Rupp, nome in codice Topazio, altro agente della Stasi attivo tra la Bundesrepublik e il quartiere generale della NATO a Bruxelles. Questi appunto i casi di maggior rilievo.

Lo spionaggio dopo la Riunificazione

A partire dal 1991, nonostante la fine della Guerra fredda e la riunificazione, la Germania è rimasta un crocevia dello spionaggio internazionale, visto che le spie non smettono mai di spiare, non solo nemici, ma anche gli amici. E se dunque il pericolo per Berlino ha cessato di venire dalla DDR, si sono intensificati già negli anni Duemila i casi che hanno coinvolto la Russia e altri paesi: nel 2011 è emersa la storia dei coniugi Andreas e Heidrun Anschlag che tra il 1986 e il 2011 hanno lavorato per la Russia, e il servizio estero dell’intelligence SVR; negli ultimi quindici anni sono state scoperti dai servizi tedeschi agenti al servizio di Iran, Egitto, Cina e India.

Il più massiccio caso di spionaggio in Germania ha riguardato però gli Stati Uniti, con la NSA, l’Agenzia di sicurezza statunitense che attraverso le nuove tecnologie ha spiato in grande stile, arrivando a tenere sotto controllo le linee telefoniche della Angela Merkel per una decina di anni, sino al 2013. La vicenda è venuta alla luce grazie alle rivelazioni di Edward Snowden, rifugiatosi in seguito in Russia. “Spiare gli amici, proprio no”, aveva detto la cancelliera liquidando la questione con l’allora presidente statunitense Barack Obama. 

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